venerdì 31 gennaio 2025

Marianne Faithfull "Blazing Away" Concert Film 1990


Mad about the boy - La pazzia di Marianne Faithfull, fidanzata di Mick e innamorata di Keith

https://www.linkiesta.it/2025/01/la-pazzia-di-marianne-faithfull-fidanzata-di-jagger-e-innamorata-di-keith/

di Guia Soncini  

Era uno di quei personaggi leggendari che produceva il mondo dello spettacolo d’una volta, con una voce con dentro un milione di sigarette, disperazioni, vite, follie, e una discesa davanti ai poliziotti nuda in pelliccia



L’ultima volta che avete visto Marianne Faithfull è stata ad agosto. Era morto Alain Delon e, per quanti gattopardi e piscine potessero esserci nella sua vita, la sua foto più leggendaria era quella in cui Marianne gli sorrideva flirtosa, seduta su un divano in mezzo a lui e a Mick Jagger, che in quella foto interpreta il ragazzino ignorato perché è arrivato il bello della scuola. A volte neanche essere Mick Jagger basta a essere Mick Jagger.


L’ultima volta che ho parlato di Marianne Faithfull è stata a dicembre. La conversazione aveva per oggetto Noël Coward – un drammaturgo d’inizio Novecento che non avete mai sentito nominare – e io volevo che tutti sentissero la sua “Mad about the boy” incisa da Marianne. Che è introvabile perché, regalo della smaterializzazione dei prodotti culturali, il cd in cui stava non è su Spotify (vi vedo che guglate e trovate l’imminente film di Bridget Jones e vi chiedete se sia quello: no, non lo è).


Mad about the boy” è non so se l’unica ma sicuramente la prima (è degli anni Quaranta) canzone sulle relazioni parasociali. L’io narrante, quella che va pazza per il ragazzo, è una signora che s’innamora d’un attore sullo schermo. «Me ne vergogno molto, ma devo ammettere le mie notti insonni per il ragazzo». Cantata da Marianne era speciale per ragioni che oggi vengono prese per malsane o sessiste e che invece, se eri Marianne Faithfull e a diciassette anni te n’eri andata dal convento per scoparteli tutti, erano punti di forza.


Perché il ragazzino sullo schermo te lo vedevi con le fattezze di Mick Jagger o forse di Keith Richards (Mick fu un amore di ripiego, Marianne aveva una cotta per Keith). Perché nella voce di Marianne c’erano un milione di sigarette e di disperazioni e di vite e di pazzie.


Non ho qui l’autobiografia che scrisse trent’anni fa (trovo molto scortese morire quando sono lontana dalla mia biblioteca), ma a un certo punto Marianne diceva che in tutti i gruppi sociali c’è una pazza, una cui tocca quel ruolo, quasi sempre una donna, e in quel giro la pazza era lei, e poiché quel giro viveva sulle pagine dei giornali scandalistici finì che lei era notoriamente pazza.

Quando lessi quel passaggio pensai subito a Redland, che era la storia preferita d’un caro amico il cui tema elettivo di conversazione sono i Rolling Stones. Redland è la tenuta di campagna in cui la polizia fa una retata perché, ma tu pensa, forse gli Stones si drogano. È il febbraio del 1967, lo stesso anno in cui Marianne gira “Nuda sotto la pelle” con Delon.


Mick e Keith hanno ventitré anni, Marianne ne ha venti. Dice la leggenda che la polizia che fa irruzione a Redland la trova con, infilata nelle innominabilità, una barretta Mars, quelle di cioccolato con dentro il caramello. La signor Faithfull, che non aveva paura di parlare delle leggende indicibili, ha sempre negato fosse vero, motivando razionalmente l’impossibilità di quello zucchero in corpo: aveva appena fatto la doccia. Però al processo riconobbe un tappeto di pelliccia, precisando che sì, era quello in cui si era avvolta per scendere dalla scala che portava alle camere da letto, e raggiungere la polizia al piano terra.

Quando ci chiediamo perché il mondo dello spettacolo d’una volta producesse personaggi leggendari e quello di ora al massimo Angelo Duro, forse dovremmo tener conto di come non ci sia neanche un fotogramma, neanche una prova, neanche un trending topic piccino picciò di una delle più spettacolari leggende della storia del rock. Marianne che scende la scala nuda sotto la coperta di pelliccia, e i poliziotti che mi piace immaginare ammutoliti. Diceva Marianne decenni dopo che, quando incontrava Keith in qualche aeroporto, si sentiva come se fossero due compatrioti d’un regno ormai svanito, due che non si rassegnano alla scomparsa delle vite di allora.


L’autobiografia di Marianne Faithfull, che credo non sia mai stata tradotta in italiano, è una delle moltissime dimostrazioni che i drogati del secolo scorso avevano più spirito d’osservazione dei salutisti di oggi. Le osservazioni di Marianne su Andy Warhol – che si droga solo se è in compagnia di drogati per ottenerne la fiducia, come un poliziotto sotto copertura – o su Mick, il cui unico vero amore è Keith, sono più precise di quelle di molti il cui lavoro è stato raccontare Warhol o Jagger.

L’unica volta che ho visto Marianne Faithfull eravamo al festival di Berlino, io ero una ventottenne scema e lei aveva fatto una parte in un film tratto da “Nell’intimità”, il romanzo di Hanif Kureishi. Il film dava scandalo per le scene di sesso (non simulato, ci tenevano a precisare tutti) dei protagonisti, e io le chiesi se avrebbe mai accettato una parte piena di sesso come quella della protagonista.


Lei mi guardò come le adulte guardano le ragazzine sceme, e mi rispose come quelle che sono state le donne più belle del mondo rispondono a quelle che non possono neanche immaginarsi cosa significhi essere stata la donna più bella del mondo: «Ho cinquantacinque anni».

Poiché ero giovane e scema, pensai bene d’insistere: vabbè, ma se la parte gliel’avessero offerta a trent’anni. «L’avrei fatta. E l’avrei fatta benissimo».

Marianne Faithfull è morta un mese dopo aver compiuto settantotto anni, e chissà da quanti anni le sembrava sconveniente girare scene di sesso. Mick Jagger e Keith Richards stanno benone, e a me viene in mente la stessa immagine che mi aveva evocato, otto anni fa, la morte di Anita Pallenberg. Tutte le loro donne, quelle di quando erano giovani e belli, che muoiono, e Mick e Keith tenaci come Aldo Fabrizi in “C’eravamo tanto amati”, in quella scena in cui urlava dispettoso: io nun mòro.

domenica 12 gennaio 2025

Rolling Stones in concerto, l’unica data italiana del tour europeo

https://www.reportsardegna24.it/rolling-stones-in-concerto-lunica-data-italiana-del-tour-europeo/

I leggendari Rolling Stones tornano in Italia per una tappa imperdibile del loro attesissimo “Hackney Diamonds Tour”. Il concerto Rolling Stones si terrà il 25 maggio 2025 presso il suggestivo Circo Massimo di Roma, una cornice unica e storica che accoglierà i fan italiani per una serata indimenticabile.

L’“Hackney Diamonds Tour” toccherà le principali città europee da maggio a luglio 2025, portando sul palco i grandi successi della band e i brani del loro nuovo album, “Hackney Diamonds”, pubblicato il 20 ottobre 2023.

Si tratta del primo album in studio dei Rolling Stones dopo 18 anni, un lavoro che ha entusiasmato fan e critica grazie a un sound moderno e ricco di collaborazioni prestigiose.

L’ultima esibizione italiana della band risale al 2022, quando i Rolling Stones celebrarono i loro sessant’anni di carriera con un concerto straordinario.

Con il “Hackney Diamonds Tour”, il trio torna a conquistare il cuore del pubblico italiano, regalando emozioni e momenti indimenticabili.

Il 25 maggio 2025 al Circo Massimo di Roma sarà una notte magica, dove passato e presente si incontreranno sotto il segno del rock.

mercoledì 13 novembre 2024

I Rolling Stones a Roma: il concerto a fine maggio 2025 allo stadio Olimpico

https://www.quotidiano.net/magazine/rolling-stones-concerto-roma-a5mrthwi

Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood tornano nella capitale dopo 11 anni nell’ambito dell’Hackney Diamonds Tour

Roma, 13 novembre 2024 – Sembra che l’annuncio ufficiale arriverà solo tra fine gennaio e inizio febbraio, ma la tranche europea dell’Hackney Diamonds Tour dei Rolling Stones è praticamente cosa fatta, com’è praticamente cosa fatta l’unica tappa italiana allo stadio Olimpico di Roma, in agenda l’ultima settimana di maggio ad avvio della lunga estate rock capitolina.

Dopo mesi di indiscrezioni, infatti, pure il sito stonenews.com, vicinissimo alla band, parla esplicitamente di ‘Europe-Tour 2025’. A proposito delle offerte sul tavolo, Mick Jagger in estate aveva detto: “Valuteremo le proposte e andremo e dove sarà più divertente, potrebbe essere l'Europa, il Sud America, ovunque". Ecco, sarà l’Europa per venti notti o giù di lì tra maggio e luglio. La scelta degli spalti giallorossi e biancoazzurri sarebbe dovuta alla natura eminentemente da stadio della tournée che riporta Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood, 218 anni in tre, nella Capitale undici anni dopo la gloriosa tappa al Circo Massimo del 14 On Fire e diciotto dopo quella (meno fortunata) allo stesso Olimpico del Bigger Bang Tour.

Partita il 28 aprile scorso dal NRG Stadium di Houston per surfare sull’onda alimentata dalla pubblicazione del ventiquattresimo album in studio della band inglese ‘Hackney Diamonds’, la carovana linguacciuta torna nel nostro Paese dopo lo show celebrativo dei sessant’anni approdato pure a San Siro nel luglio del 2022. Vista la collocazione in calendario, Ron Wood compirà 78 anni solo qualche giorno dopo lo show capitolino, mentre Sir Mick 82 a luglio, ma di appendere la chitarra al chiodo non sembrano avere la minima voglia.


I Rolling Stones tornano a Roma


I Rolling Stones potrebbero tornare a Roma nel 2025 per un concerto all'Olimpico, dopo il successo dei Coldplay. La band inglese, con un'età media di 80 anni, continua a stupire e emozionare il pubblico.


Dopo Chris Martin, Mick Jagger. Se l’asso pigliatutto dell’estate romana 2024 sono stati i quattro concerti allo Stadio Olimpico dei Coldplay, sembra quasi fatta, per quella 2025, la rentrée tra gli spalti di Roma dei Rolling Stones. Per la band inglese sarebbe la sesta volta a Roma (nella primavera del ’67 al Palazzo dello Sport e nell’estate 1990 allo Stadio Flaminio gli show, però, furono doppi) e la seconda all’Olimpico. Il precedente non è dei più memorabili, visto che in quel luglio 2007 all’invito del Bigger Bang Tour risposero meno di 40mila fan; un mezzo passo falso riscattato dagli eroi di Jumpin’ Jack Flash sette anni dopo con un megashow al Circo Massimo davanti a oltre 70mila anime adoranti passato in archivio tra i più belli del 14 On Fire Tour ("finalmente un luogo più vecchio di me" scherzò nella circostanza Sir Mick, che quattro giorni fa ha compiuto 81 anni).

Passati da San Siro due anni fa col celebrativo Sixty Tour, Keith Richards & Co. porterebbero all’Olimpico, condizionale d’obbligo fino all’ufficializzazione delle date europee, quell’Hackney Diamonds Tour legato a doppio filo all’album omonimo – il ventiquattresimo in studio, uscito a ottobre – varato lo scorso aprile al NRG Stadium di Houston. L’estate prossima i “Glimmer Twins” e Ronnie Wood sommeranno assieme un’anagrafe veneranda, 240 anni in tre, ma dalle cronache Usa sembra che la voglia di stupire sia ancora la stessa di quando arrivavano a malapena a 100. La speranza, quindi, è che il cielo li conservi così ancora per un (bel) po’.